Brutte notizie per i vegetariani. Anche i cibi coltivati subiranno le conseguenze negative del cambiamento climatico: frumento, riso, orzo e patate saranno meno nutrienti. A causa del riscaldamento globale le coltivazioni - da cui dipende la vita di miliardi di persone - daranno prodotti con un apporto proteico inferiore. Almeno così suggeriscono oltre 40 studi scientifici che hanno puntato la loro attenzione su come l’aumento di anidride carbonica nell’atmosfera possa alterare le proprietà alimentari di grano, riso e orzo, secondo quanto riporta il New Scientist.
Sui raccolti, finora ci si è limitati a calcolare i danni collaterali collegati all’effetto serra: cicloni, tempeste e siccità. Come dimenticare l’ultima alluvione in Bangladesh che ha provocato circa 4 mila morti e 20 milioni di sfollati? Perdere un raccolta di un’intera nazione è certamente gravissimo. Ma ancora più grave sarebbe l'impoverimento di proteine in molti vegetali necessari all’uomo.
A valutare la quantità di proteine perduta dalle piante con l’aumento di anidride carbonica nell’aria sono stati alcuni ricercatori della Southwestern University di Georgetown (Texas), guidati da Daniel Taub. Per ottenere dei dati certi il team ha spruzzato le piante, coltivate in campo aperto, con il gas in diverse concentrazioni. E i risultati non sono proprio confortanti. Per frumento, orzo, riso e patate trattati con biossido di carbonio i livelli di proteine registrati sono diminuiti del 15% per alte concentrazioni di CO2.
Secondo Taub ciò accade perché inglobando più carbonio, le piante sono stimolate a produrre carboidrati a discapito delle proteine. Le conseguenze di una tale modificazione danneggerebbe relativamente le popolazioni sviluppate, abituate ad assumere proteine con la carne. D’altra parte genererebbe un grave problema alle tante popolazioni, meno sviluppate, che basano la loro dieta sui prodotti della terra. Per esempio, in Bangladesh l’80% delle proteine che la gente assume proviene dal racconto.
Nello studio queste trasformazioni drastiche si verificano per concentrazioni di anidride carbonica superiori a quelle attualmente presenti nella nostra atmosfera. Concentrazioni che Taub si augura di non raggiungere mai. In caso contrario, il problema si risolverebbe aumentando i livelli di azoto nel terreno. Per Arnold Bloom, un biologo della University of California di Davis, l’azoto aiuta infatti le piante a produrre proteine. C'è da dire, comunque, che non tutti gli scienziati sono così pessimisti: il collegamento tra clima e vegetazione ha dato infatti risultati variabili, non certi.
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