L'Antartide è un continente che circonda il Polo Sud della Terra, scoperto ufficialmente nel gennaio 1820, anche se ne viene rivendicata una prima scoperta da parte dello spagnolo Gabriel de Castilla nel gennaio 1603 durante una spedizione alla ricerca della Terra Australis Incognita. È il posto più freddo della Terra ed è quasi interamente coperto da ghiaccio, con le maggiori riserve di acqua dolce del pianeta.
ASPETTO GEOGRAFICO
L'Antartide è una delle otto ecozone o regioni biogeografiche della Terra.
Con una superficie di 13 milioni di km², ai quali si aggiungono 1,5 milioni di km² di barriere è il quinto continente del mondo per estensione. È formato da due parti diseguali e separate dalla catena dei Monti Transantartici lunga quasi 3.200 km che attraversa il continente dal Mare di Weddell alla Barriera di
Ross:
Antartide orientale, un altopiano di circa 10 milioni km² (anticamente unito all'Australia)
Antartide occidentale costituito dalla Penisola Antartica, che forma il prolungamento delle Ande.
Lelevazione maggiore si ha in corrispondenza del Monte Vinson (5.140 m s.l.m. anche se a volte viene indicata un'altitudine di 4.897 m) situato nel massiccio Vinson, una propaggine dei monti Transantartici mentre la depressione maggiore è la fossa subglaciale di Bentley situata nella parte orientale del continente.
La calotta glaciale, che ricopre l'Antartide nella sua quasi totalità (59.000 km²), supera a volte i 4.500 m di spessore, e con un volume di circa 30 milioni di km^3 costituisce il 90% della riserva di acqua dolce del globo. È stato calcolato che alcuni iceberg possono raggiungere e superare le dimensioni della Corsica. Il continente è circondato da un'ampia zona ghiacciata, la banchisa polare (pack), nella quale si sviluppa uno dei più interessanti ecosistemi del pianeta e che rappresenta la fonte di cibo per balene, pinguini, pesci, foche e molti uccelli.
CLIMA, FLORA E FAUNA
Con una superficie di 13 milioni di km², ai quali si aggiungono 1,5 milioni di km² di barriere è il quinto continente del mondo per estensione. È formato da due parti diseguali e separate dalla catena dei Monti Transantartici lunga quasi 3.200 km che attraversa il continente dal Mare di Weddell alla Barriera di

Antartide orientale, un altopiano di circa 10 milioni km² (anticamente unito all'Australia)
Antartide occidentale costituito dalla Penisola Antartica, che forma il prolungamento delle Ande.
Lelevazione maggiore si ha in corrispondenza del Monte Vinson (5.140 m s.l.m. anche se a volte viene indicata un'altitudine di 4.897 m) situato nel massiccio Vinson, una propaggine dei monti Transantartici mentre la depressione maggiore è la fossa subglaciale di Bentley situata nella parte orientale del continente.
La calotta glaciale, che ricopre l'Antartide nella sua quasi totalità (59.000 km²), supera a volte i 4.500 m di spessore, e con un volume di circa 30 milioni di km^3 costituisce il 90% della riserva di acqua dolce del globo. È stato calcolato che alcuni iceberg possono raggiungere e superare le dimensioni della Corsica. Il continente è circondato da un'ampia zona ghiacciata, la banchisa polare (pack), nella quale si sviluppa uno dei più interessanti ecosistemi del pianeta e che rappresenta la fonte di cibo per balene, pinguini, pesci, foche e molti uccelli.
CLIMA, FLORA E FAUNA
Tra le varie classificazioni proposte per il clima antartico la più valida resta quella elaborata da Paul C. Dalrymple nel 1966: essa, pur tralasciando la fascia costiera e la Penisola Antartica, suddivide l'interno del continente in quattro zone, sulla base di precisi parametri, che mettono in relazione le temperature medie ed estreme, la velocità media e la frequenza del vento, la misura delle precipitazioni annuali e l'intensità del windchill. Dalrymple, dunque, classifica:
Area fredda di transizione (temperatura media annua da -25 °C a -40 °C)
Area fredda catabatica (temperatura media annua da -30 °C a -40 °C)
Area interiore fredda (temperatura media annua da -40 °C a -50 °C)
Nucleo centrale freddo (temperatura media annua inferiore a -50 °C)
Va detto che, per quanto riguarda l'aspetto termico, esiste una precisa correlazione fra la quota, la latitudine e la distanza dal mare (continentalità). Il Plateau Antartico è un tavolato di ghiaccio con spessori che, nella parte orientale, possono superare i 4.000 metri di quota, ed è qui che si realizzano le temperature più basse del mondo. Le osservazioni meteorologiche continuative sul Plateau Antartico sono iniziate con l'Anno geofisico internazionale, e sono oggi condotte attraverso due principali fonti di acquisizione dei dati: le basi permanenti, gestite da personale tecnico scientifico residente, e le Aws (Automatic Weather Stations), progettate dalla Wisconsin University e impiantate a partire dagli anni ottanta.
Attualmente sono tre le basi permanenti del Plateau Antartico: Amundsen-Scott (americana), Vostok II (russa) e Concordia (italo francese). La prima, che sorge al Polo Sud geografico, secondo la classificazione di Dalrymple rientra nell'Area interiore fredda: la temperatura media annua (1957-2006) è di -49,5 °C. A Vostok, nel Nucleo centrale freddo, la media annua (1958-2006, con interruzioni) si colloca invece a -55,3 °C.
Caratteristica del clima antartico è il cosiddetto Kernlose winter, un vistoso raffreddamento che si realizza con la scomparsa del sole sotto l'orizzonte e rimane pressoché costante per tutto l'arco del semestre: una dinamica che non ha riscontro nell'emisfero boreale, tranne forse in alcune delle aree più interne della Groenlandia. Perciò la classica suddivisione stagionale, pur mantenuta per omogeneità di confronti, nella realtà ha poco senso:
nell'Area interiore fredda e nel Nucleo centrale freddo, che inglobano circa la metà della superficie continentale, si può parlare di un bimestre estivo (dicembre e gennaio), preceduto e seguito da due stagioni di transizione (seconda metà di ottobre e novembre, febbraio e prima metà di marzo), i restanti sette mesi (dalla metà di marzo a metà ottobre) sono quelli invernali.
Durante l'estate la temperatura raramente supera i -20 °C. Il mese più caldo (dicembre) ad Amundsen-Scott fa registrare una media di -28,0 °C, a Vostok di -31,9 °C. Il crollo termico, che inizia con la discesa del sole sull'orizzonte, comporta che già ad aprile la media di Amundsen-Scott sia di -57,3 °C, quella di Vostok di -64,8 °C, a luglio la media di Amundsen-Scott è di -60,1 °C, ad agosto quella di Vostok di -68,0 °C. Ciò fa sì che, in qualsiasi periodo dell'inverno, si possano toccare i valori estremi: il record ad Amundsen-Scott si colloca a -82,8 °C (23 giugno 1982), a Vostok a -89,2 °C (21 luglio 1983); quest'ultima è la temperatura più bassa registrata sulla Terra.
Altro elemento caratterizzante dell'Antartide è il vento: in particolare, le correnti catabatiche che, in estrema sintesi, si originano per via della densità dell'aria fredda che staziona sul Plateau Antartico, e che tende a 'scivolare' verso le coste. Studi iniziati fin dal primo Novecento hanno dimostrato che esistono vie preferenziali in cui si incanalano i venti catabatici, che possono superare i 300 km/h (il 16 maggio 2004 la base McMurdo è stata devastata dalla tempesta più intensa degli ultimi trent'anni, con raffiche fino a 188,4 mph). Proprio riguardo ai venti che battono i mari antartici il Sailing Direction for Antarctica della Marina degli Stati Uniti specifica che «hanno spesso l'intensità di un uragano, con raffiche che raggiungono a volte la velocità di 150-200 miglia all'ora. Non si conoscono altrove venti di tale violenza, salvo forse nei cicloni tropicali».
Per quanto riguarda le precipitazioni, la scarsa umidità sul continente le rende quasi assenti. Notevole è la differenza tra le isole antartiche e il plateau. Riguardo le prime si può portare come esempio il dato della base russa di Bellingshausen (King George Island) in cui, nel periodo 1969-2005, si va da un minimo annuale di 471,8 mm (2003) a un massimo di 991,6 mm (1998), a Vostok, invece, si passa da un massimo di 66,4 mm (1958), a un minimo di 0,2 mm (1982 e 1995).
Area fredda di transizione (temperatura media annua da -25 °C a -40 °C)
Area fredda catabatica (temperatura media annua da -30 °C a -40 °C)
Area interiore fredda (temperatura media annua da -40 °C a -50 °C)
Nucleo centrale freddo (temperatura media annua inferiore a -50 °C)
Va detto che, per quanto riguarda l'aspetto termico, esiste una precisa correlazione fra la quota, la latitudine e la distanza dal mare (continentalità). Il Plateau Antartico è un tavolato di ghiaccio con spessori che, nella parte orientale, possono superare i 4.000 metri di quota, ed è qui che si realizzano le temperature più basse del mondo. Le osservazioni meteorologiche continuative sul Plateau Antartico sono iniziate con l'Anno geofisico internazionale, e sono oggi condotte attraverso due principali fonti di acquisizione dei dati: le basi permanenti, gestite da personale tecnico scientifico residente, e le Aws (Automatic Weather Stations), progettate dalla Wisconsin University e impiantate a partire dagli anni ottanta.
Attualmente sono tre le basi permanenti del Plateau Antartico: Amundsen-Scott (americana), Vostok II (russa) e Concordia (italo francese). La prima, che sorge al Polo Sud geografico, secondo la classificazione di Dalrymple rientra nell'Area interiore fredda: la temperatura media annua (1957-2006) è di -49,5 °C. A Vostok, nel Nucleo centrale freddo, la media annua (1958-2006, con interruzioni) si colloca invece a -55,3 °C.
Caratteristica del clima antartico è il cosiddetto Kernlose winter, un vistoso raffreddamento che si realizza con la scomparsa del sole sotto l'orizzonte e rimane pressoché costante per tutto l'arco del semestre: una dinamica che non ha riscontro nell'emisfero boreale, tranne forse in alcune delle aree più interne della Groenlandia. Perciò la classica suddivisione stagionale, pur mantenuta per omogeneità di confronti, nella realtà ha poco senso:

Durante l'estate la temperatura raramente supera i -20 °C. Il mese più caldo (dicembre) ad Amundsen-Scott fa registrare una media di -28,0 °C, a Vostok di -31,9 °C. Il crollo termico, che inizia con la discesa del sole sull'orizzonte, comporta che già ad aprile la media di Amundsen-Scott sia di -57,3 °C, quella di Vostok di -64,8 °C, a luglio la media di Amundsen-Scott è di -60,1 °C, ad agosto quella di Vostok di -68,0 °C. Ciò fa sì che, in qualsiasi periodo dell'inverno, si possano toccare i valori estremi: il record ad Amundsen-Scott si colloca a -82,8 °C (23 giugno 1982), a Vostok a -89,2 °C (21 luglio 1983); quest'ultima è la temperatura più bassa registrata sulla Terra.
Altro elemento caratterizzante dell'Antartide è il vento: in particolare, le correnti catabatiche che, in estrema sintesi, si originano per via della densità dell'aria fredda che staziona sul Plateau Antartico, e che tende a 'scivolare' verso le coste. Studi iniziati fin dal primo Novecento hanno dimostrato che esistono vie preferenziali in cui si incanalano i venti catabatici, che possono superare i 300 km/h (il 16 maggio 2004 la base McMurdo è stata devastata dalla tempesta più intensa degli ultimi trent'anni, con raffiche fino a 188,4 mph). Proprio riguardo ai venti che battono i mari antartici il Sailing Direction for Antarctica della Marina degli Stati Uniti specifica che «hanno spesso l'intensità di un uragano, con raffiche che raggiungono a volte la velocità di 150-200 miglia all'ora. Non si conoscono altrove venti di tale violenza, salvo forse nei cicloni tropicali».
Per quanto riguarda le precipitazioni, la scarsa umidità sul continente le rende quasi assenti. Notevole è la differenza tra le isole antartiche e il plateau. Riguardo le prime si può portare come esempio il dato della base russa di Bellingshausen (King George Island) in cui, nel periodo 1969-2005, si va da un minimo annuale di 471,8 mm (2003) a un massimo di 991,6 mm (1998), a Vostok, invece, si passa da un massimo di 66,4 mm (1958), a un minimo di 0,2 mm (1982 e 1995).
La separazione delle acque antartiche da quelle degli altri oceani è detta convergenza antartica, è una fascia di mare larga dai 40 agli 80 km, situata a circa 1600 km dalla costa e nella quale la temperatura cala bruscamente. La convergenza antartica costituisce una barriera biologica insormontabile per gli organismi marini di piccole dimensioni e all'interno della quale si trova un ecosistema del
tutto particolare.
I mari sono molto ricchi di zooplancton e di krill antartico (L'Euphausia superba ne è il componente principale). Il krill, a sua volta alimentato da poche specie di alghe che compongono il fitoplancton, rappresenta l'alimento base della catena alimentare per gli animali terrestri e marini, nutre infatti i pesci, le balene, foche e leoni marini, i pinguini e i numerosi uccelli marini.
Sulla banchisa vivono e si riproducono due specie di pinguini: il pinguino imperatore e il pinguino di Adelia. Un'altra trentina di specie di uccelli (appartenenti alle famiglie dei procellariformi e caradriformi) si riproducono nel continente antartico, tra queste vi sono l'albatro reale, il petrello delle nevi, il fulmaro antartico, gli ultimi due nidificano nelle parti prive di neve, dette nunatak, delle montagne dell'interno, spingendosi nell'entroterra fino a 100 km dalle coste.
Tra le foche sono diffuse le foche di Weddell, le foche carnivore e la temibile foca leopardo. Nei mesi estivi oltre 100 milioni di uccelli migratori nidificano e si riproducono sulla banchisa e nelle isole prospicienti il continente.
Paragonato con la ricchezza di fauna nell'oceano e sulla banchisa l'interno del continente appare, anche nelle poche aree deglaciate dette oasi, deserto e desolato. Le uniche forme di vita che vi si trovano sono batteri, microorganismi, muschi, licheni e alcuni invertebrati. Le uniche piante che crescono in Antartide sono due fanerogame, la Deschampsia antarctica e il Colobanthus quietensis.
Nell'oceano antartico convivono: Krill, piccoli crostacei alla base dell'alimentazione di balene, foche e pinguini; Pinguini; Foche; Cormorani e Albatros; Capodogli, Delfini, Foche e Balenottere.

I mari sono molto ricchi di zooplancton e di krill antartico (L'Euphausia superba ne è il componente principale). Il krill, a sua volta alimentato da poche specie di alghe che compongono il fitoplancton, rappresenta l'alimento base della catena alimentare per gli animali terrestri e marini, nutre infatti i pesci, le balene, foche e leoni marini, i pinguini e i numerosi uccelli marini.
Sulla banchisa vivono e si riproducono due specie di pinguini: il pinguino imperatore e il pinguino di Adelia. Un'altra trentina di specie di uccelli (appartenenti alle famiglie dei procellariformi e caradriformi) si riproducono nel continente antartico, tra queste vi sono l'albatro reale, il petrello delle nevi, il fulmaro antartico, gli ultimi due nidificano nelle parti prive di neve, dette nunatak, delle montagne dell'interno, spingendosi nell'entroterra fino a 100 km dalle coste.
Tra le foche sono diffuse le foche di Weddell, le foche carnivore e la temibile foca leopardo. Nei mesi estivi oltre 100 milioni di uccelli migratori nidificano e si riproducono sulla banchisa e nelle isole prospicienti il continente.
Paragonato con la ricchezza di fauna nell'oceano e sulla banchisa l'interno del continente appare, anche nelle poche aree deglaciate dette oasi, deserto e desolato. Le uniche forme di vita che vi si trovano sono batteri, microorganismi, muschi, licheni e alcuni invertebrati. Le uniche piante che crescono in Antartide sono due fanerogame, la Deschampsia antarctica e il Colobanthus quietensis.
Nell'oceano antartico convivono: Krill, piccoli crostacei alla base dell'alimentazione di balene, foche e pinguini; Pinguini; Foche; Cormorani e Albatros; Capodogli, Delfini, Foche e Balenottere.
POLITICA
Il Trattato Antartico, detto anche Trattato di Washington, è un accordo internazionale finalizzato alla definizione dell'utilizzo delle parti disabitate dell'Antartide che si trovano a sud dei 60° di latitudine S. Il trattato costituisce la base del complesso sistema di accordi multilaterali definito come Sistema del Trattato Antartico (Antarctic Treaty System o ATS)
Obiettivo del Trattato è quello di stabilire le linee guida per l'utilizzo pacifico delle risorse del continente e per la preservazione di flora, fauna e dell'ecosistema.
Fu stipulato a Washington il 1 dicembre 1959 e firmato dai paesi partecipanti all'Anno Geofisico Internazionale (1957-58) ed è stato il primo accordo internazionale dopo la seconda guerra mondiale. Entrò in vigore il 23 giugno 1961.
Tramite il trattato i paesi firmatari con rivendicazioni di sovranità territoriale concordano di interrompere le loro richieste e di rinunciare allo sfruttamento economico o all'utilizzo per scopi bellici del continente, sono infatti interdette le attività di tipo militare e ogni attività che implichi esplosioni nucleari o depositi i materiale radioattivo.
Obiettivo del Trattato è quello di stabilire le linee guida per l'utilizzo pacifico delle risorse del continente e per la preservazione di flora, fauna e dell'ecosistema.
Fu stipulato a Washington il 1 dicembre 1959 e firmato dai paesi partecipanti all'Anno Geofisico Internazionale (1957-58) ed è stato il primo accordo internazionale dopo la seconda guerra mondiale. Entrò in vigore il 23 giugno 1961.
Tramite il trattato i paesi firmatari con rivendicazioni di sovranità territoriale concordano di interrompere le loro richieste e di rinunciare allo sfruttamento economico o all'utilizzo per scopi bellici del continente, sono infatti interdette le attività di tipo militare e ogni attività che implichi esplosioni nucleari o depositi i materiale radioattivo.
6 commenti:
La ringrazio per Blog intiresny
leggere l'intero blog, pretty good
necessita di verificare:)
necessita di verificare:)
good start
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